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La storia della Chiesa di San Benedetto

 

La chiesa di San Benedetto in Piscinula nasce sui resti del palazzo appartenente alla Gens Anicia, dove il giovane Benedetto soggiornò per alcuni anni (alla fine del sec. V), prima di lasciare gli studi, la sua nobile famiglia, il brillante avvenire e andare a vivere in una grotta presso Subiaco, per servire soltanto Dio (Domino Christo vero Regi militaturus – “per militare sotto il vero re, Cristo Signore”, come scrisse nella sua Regola). Da questo cammino dell’adolescente Benedetto verso l’ignoto, nascerà l’Ordine Benedettino, vera sorgente dell’ Europa Cristiana.

Il primo luogo di culto – edificato probabilmente nel 524 sulle ultime vestigia, semplici mattoni, appartenenti al luogo dove visse Benedetto – era una piccola cappella, varie volte distrutta dai barbari che arrivavano dal fiume e altrettante volte ricostruita dei fedeli. Oggi l’attuale Cappella della Madonna occupa il posto dell’oratorio originale, la cui costruzione risale al sec. VII. In questo oratorio è venerato un dipinto del sec. XII della Madonna col Bambino, sotto il titolo di Madonna della Misericordia. Alla destra dell’altare della Madonna, nel cubiculo venerato come la “Cella di San Benedetto”, si possono ancora osservare, sul lato sinistro, i mattoni che gli archeologi datano tra il sec. IV e V, mentre quelli di destra sono posteriori.

Nel secolo XII fu annesso al minuscolo oratorio, un campanile (il più piccolo di Roma!) nel quale suona una campana risalente al 1069, considerata la più antica dell’Urbe.

Al campanile romanico si aggiunse, nello stesso secolo, l’attuale chiesa a tre navate. Colonne e capitelli sono di ‘spoglio’, come d’abitudine in quel tempo a Roma: si prelevavano elementi da antichi monumenti pagani, in stato di abbandono. Gli archeologi fanno risalire i capitelli a un periodo tra il I e il V sec. d.C.

L’importanza della chiesa, nel secolo XII, è testimoniata, fra l’altro, dal bel “cosmatesco”, di cui restano parti rilevanti tanto nella porta della Cappella della Madonna, come nel pavimento della stessa Cappella e nell’ ingresso del tempio. Si tratta di una composizione di piccole parti di pietre colorate che formano motivi geometrici intorno a grandi lastre circolari di pietre dure, opere riservate a luoghi di culto considerati particolarmente pregevoli.

La chiesa conserva tre dipinti del Patriarca San Benedetto. Il più antico risale al periodo che va dal IX al XII sec. In un’epoca non ben definita, l’affresco venne staccato e conservato su tabula. Esso rappresenta Benedetto ancor giovane, con poca barba, in piedi, e con un baculo in forma di “T”, come gli antichi monaci d’Oriente. Il suo abito non è propriamente nero, ma riporta il colore leggermente scuro della lana naturale, come era in uso fino al sec. X. Questa tabula si trova attualmente nella navata di destra, vicino all’ingresso.

La seconda rappresentazione del Santo Fondatore, probabilmente risalente al sec. XIII, si venera sull’altare maggiore. Il Patriarca appare seduto, in vesti nere, con il baculo in forma di pastorale e il libro della sua Regola aperto, con le prime parole che richiamano ad una conversione totale a Cristo Redentore: Absculta, o fili, præcepta Magistri, et inclina aurem cordis tui… – Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del Maestro e volgi ad essi l’orecchio del tuo cuore…).

Il terzo dipinto, del sec. XVII, fa parte della pala della Madonna con il Bambino e S. Lorenzo, attualmente sull’altare della navata destra.

Lo splendore della chiesa originaria del secolo XII, emerge inoltre in alcune parti di affreschi scoperti negli ultimi lavori di restauro, messi in opera da quando il tempio è stato affidato agli Araldi del Vangelo.

Nella navata sinistra possiamo vedere parte del Battesimo del Signore e della proclamazione di Giovanni il Battista, davanti a Giovanni Evangelista, della divinità di Gesù, con l’esclamazione: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo!” – Ecce Agnus Dei ecce qui tollit peccata mundi! (Gv 1, 29). Nel presbiterio, a destra c’è un dipinto di Sant’Elena, e a sinistra Sant’Anna con la Vergine Maria sul grembo, che tiene tra le braccia il Bambino Gesù. Altri resti in diversi luoghi del tempio mostrano quanto fosse tutta affrescata, con una bellissima Glorificazione di Cristo sul muro opposto all’ altare maggiore (oggi purtroppo nascosta dal dispiacevole coro alto del XVI sec.)

Nel 2002 la chiesa è stata affidata agli Araldi del Vangelo, che hanno eseguito importanti lavori di restauro. Mancano ancora tante cose… La Cappella della Madonna, l’Atrio di ingresso (dove ci sono affreschi nascosti), le pareti laterali del tempio… La Chiesa è aperta al culto quotidianamente, con le messe, l’adorazione al Santissimo Sacramento ed altre devozioni. Particolarmente sentita è la devozione a Santa Rita, iniziata in questo luogo sacro nel secolo XX, dopo un evento miracoloso verificatosi per intercessione della Santa, in un vicino luogo di Trastevere.

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